I fantocci agiscono come persone vive, coi medesimi intenti e le medesime aspirazioni. C’è una piega amara nella comicità del finale.
In un negozio di balocchi
il pendolo ha scoccato gli ultimi tocchi
ed ecco per magia e combinazione
si muovono i giocattoli dallo stanzone.
C’è l’orsacchiotto, il fantoccio, il soldatino e la damina di coccio.
E’ un gran momento quello,
perché si dovrà decidere un duello;
scendono in lizza
il soldatino e l’orso di pezza:
in palio c’è la damina di roccablé.
Ma nella disfida
alcune grida:
l’orsacchiotto, da tutti ben voluto
è deceduto.
Accorre la dama
con dolci parole lo chiama;
ma è inutile, la fatalità è stata dura
dal corpo inerte dell’eroe, esce segatura.
(Roma, 11 maggio 1954)