Un quadretto di estrema semplicità e di delicato riserbo, con una di quelle finali a sorpresa che fanno sorridere e commuovono.
Tra le molte cose di zucchero, in una vetrina
appare una damina.
A lei, vicino c’è un cavaliere
nella sua divisa di cioccolata è assai fiero.
Buondì, madama, dice il soldato;
posso invitarla nel mio castello di cioccolata?
C’è pronta la carrozza di torrone
che aspetta giù al portone.
Ma ahimé, la povera damina, con tutti quei complimenti, rossa diventò.
E nel suo rossore si squagliò.
(Roma, 20 giugno 1954)